Covid e depressione, davvero la pandemia peggiora i disturbi dell’umore?
6 Aprile 2021Si parla molto, anche in questa sede, dell’aumento di casi di depressione e disturbi alimentari in conseguenza alla pandemia che ha devastato le nostre vite. Facendo delle ricerche, però, ho trovato una scuola di pensiero, la corrente di psicoterapia di Vittorio Guidano, che è totalmente in disaccordo con questa teoria.
“Erich From scrisse che il depresso pagherebbe oro per sentire dolore, mentre è solamente una persona viva dentro un corpo morto. Tutto questo cozza enormemente con l’aumento della depressione a causa di una pandemia”. Abbiamo sentito Silvia, sofferente di depressione da quindici anni e da dieci in psicoterapia.
“Ogni persona pesantemente depressa ha una sola, persistente, speranza, quella di morire. Non vedo, dunque, come una malattia virale che, nella peggiore delle ipotesi, porta alla morte, possa peggiorare la patologia” continua Silvia.
E riguardo all’isolamento, alla costrizione a vivere distanziati l’uno dall’altro?
“Meglio mi sento. Il depresso tende a isolarsi, lo fa sempre. Io l’anno scorso durante il lockdoun sono addirittura migliorata con la depressione, perché mi sentivo giustificata a stare chiusa in casa, cosa che faccio sempre e grazie a Dio ho un lavoro che mi consente di farlo”.
Cosa pensi dunque di quello che si dice, ormai sempre più spesso, sul fatto che la depressione è in aumento per il Covid?
“Che si tratti di tristezza, malinconia, tutte cose ben diverse dalla depressione. Stiamo parlando di due universi opposti”.
Varie scuole di pensiero, dunque: alcuni medici sono convinti che il Covid abbia peggiorato la qualità della vita di chi soffre di depressione, altri che ciò non sia possibile, perché si tratta di universi opposti. Torneremo sull’argomento per tentare di capire da quale parte stia la verità.
“Esiste un mondo dove i pensieri ordinari vengono messi da parte, dove la confusione offusca ogni idea, dove la sofferenza cancella il desiderio di vivere. Esiste un mondo che si chiama depressione”. Danila S. Santagata
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