Quirinale. Berlusconi presidente? Per l’Italia sarebbe una catastrofe
16 Gennaio 2022Quirinale. Il sondaggio di Emg per Cartabianca sulle preferenze degli italiani per il Colle dà Mario Draghi in testa, secondo Silvio Berlusconi e terza Marta Cartabia
Quirinale. Berlusconi presidente? Il rischio c’è, purtroppo, eccome, dal momento che pare sia il secondo, dopo Draghi, nelle preferenze degli italiani per la successione a Mattarella. E siamo alle solite: tutti i cittadini del Belpaese, che più volte hanno dato il voto all’ex cavaliere, peccano d’ignoranza, nel senso che ignorano chi Silvio Berlusconi, realmente, sia. Ed ora quell’ignoranza rischia di far andare alla presidenza della Repubblica il signor bunga bunga. Plurimputato per reati prescritti grazie a leggi ad personam, il pagliaccio di Arcore ha il record di gaffe in Europa ed è stato condannato per aver derubato il suo stesso Paese. Barzellettiere d’Italia, mister bunga bunga è nemico giurato della Costituzione, amico fidatissimo, invece, di quel Marcello Dell’Utri condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, quello stesso Dell’Utri di cui sono stati dimostrati, sino in Cassazione, i rapporti diretti e personali con esponenti di spicco di Cosa Nostra, oltre che un’intensa e costante attività di mediazione tra questi e Silvio Berlusconi.
Ma, se pur gravissimo, questo è solo un dettaglio. La famigerata Milano 2, che gli italiani pensano essere una creazione dell’ex Cavaliere, nasce, in realtà, dalla volontà di Cosa Nostra.
“Quando io l’ho presa, era un prato senza un albero. È venuto fuori un parco”, dice, orgoglioso, il pagliaccio mafioso, vergogna d’Italia. Peccato che l’incanto venga spezzato via dalla verità, da come sono andate realmente le cose. Nata da un’idea della mafia siciliana, fu Vito Ciancimino, in prima persona, ad investire sul cosiddetto “orgoglio” di Berlusconi. Ciancimino era solo un intermediario tra i boss Nino e Salvatore Buscemi, Franco Bonura e l’allora imprenditore Silvio Berlusconi. E, ciliegina sulla torta, all’origine, in realtà, l’idea di Milano 2 è stata niente popò di meno che… di Totò Riina.
Per la serie: chi più ne ha, più ne metta; tutta gente per bene, insomma, “integerrimi” rappresentanti dell’Italia più lurida. E la verità è che quello che il Silvio nazionale definisce suo e nato da “un lavoro certosino fatto con la volontà”, in realtà, suo non è e che di “certosino” ha solo l’impegno della mafia e di becero, invece, i soldi sporchi di quest’ultima.
Ora, però, con l’avvicinarsi delle elezioni per il Quirinale, il rischio Silvio Berlusconi si fa davvero serio. Se come inquilino del Colle il Paese dovesse trovarsi il pagliaccio d’Italia, la questione sarebbe gravissima. Stiamo parlando, oltre che di un mafioso, plurindagato, imputato, condannato, equivoco, per usare un eufemismo, nelle amicizie e nei legami d’affari, di un personaggio che, in un ventennio di governo, ha devastato intere generazioni degradandone i valori e le aspettative, oltre a gettare il Paese in una crisi economica di cui ancora oggi paga le conseguenze.
Fermo restando che chi scrive non trova, tra i vari candidati alla presidenza, una figura realmente degna, l’elezione di Berlusconi sarebbe davvero una pagina di storia da cancellare; un episodio di gravità inaudita, tanto più in un momento di crisi generale, non ultima quella sanitaria, senza precedenti.
Il fatto che molti dei cittadini vogliano al Quirinale il pagliaccio d’Italia è gravissimo, ma attribuibile non a loro, bensì alla distorta e manchevole informazione egli organi di stampa; di quei “giornaloni” che scrivono solo sotto dettatura del miglior offerente politico.
Sì, dunque, la situazione del Paese è drammatica, ma se Silvio Berlusconi salisse al Colle, ancor più che con Napolitano, sarebbe per l’Italia il catastrofico inizio di una spirale tutta al negativo verso il completamento di una corruzione già dilagante nello Stato, che probabilmente diverrebbe corrotto e colluso in modo irrimediabile.
E menomale che Riina e Provenzano sono morti, altrimenti rischieremmo di trovarci al Quirinale Cosa Nostra al completo.
Concludo con una frase detta da Frank Coppola ad un magistrato e riportata da Giovanni Falcone durante un’intervista del 1991, invitandovi a riflettere sui corsi e ricorsi storici. A distanza di oltre vent’anni, in Italia niente è cambiato.
“Tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto”.
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