Coronavirus. Depressioni in aumento, ma la politica guarda altrove
1 Febbraio 2022Coronavirus. Gli ultimi due anni ci hanno segnato inesorabilmente e il Covid resterà per sempre nella memoria di questo paese. A farne le spese, a livello psichico, sono soprattutto gli adolescenti, cui è stata negata una fetta di vita di cui difficilmente riusciranno a recuperare i valori
Coronavirus. “Non ce la faccio più, non trovo più motivi validi per vivere”: Marco, quattordici anni, primo anno di Liceo Scientifico, parla con la madre, giustificando quelle che, più che parole, sono pietre, con il fatto di sentirsi troppo caricato dai compiti. Ma ritengo che dietro quei mattoni gettati da Marco sulla testa della madre, parole inaudite, di una disperazione inconcepibile per un adolescente, ci sia un disagio ben più profondo della mole del lavoro da smaltire per la scuola.
“Io così non posso andare avanti”, formula a fatica Greta, anche lei quattordici anni, primo anno di Liceo Classico, in preda a convulsioni che lasciano pensare ad una crisi isterica. Lamenta, con la madre impotente, il fatto di aver preso voti troppo bassi nelle verifiche di materie, che, pure, ha studiato e approfondito con impegno. Ma anche qui, nel pianto disperato di Greta, si nasconde un’afflizione ben più grave e insidiosa.
E questi disagi, queste angosce, questi abbattimenti tali, a volte, da togliere la voglia di vivere, a mio avviso hanno una precisa definizione. Si chiamano lockdown, si chiamano vaccinazioni, si chiamano mascherine, distanziamento, lezioni in DAD. Si chiamano, per dirla in breve, Coronavirus.
Fermo restando che è gravissimo, negli adulti di domani, perdere addirittura la voglia di vivere, le speranze, il desiderio di studiare per farsi strada in un’esistenza che gli si prospetta nera, oscura come tetro è il peggiore dei loro incubi, c’è da tener presente che anche gli stessi adulti hanno sofferto dall’inizio di questa pandemia e continuano ad avvertire un senso di prostrazione a volte insostenibile. Le statistiche parlano chiaro di depressioni in forte impennata e suicidi in aumento. Una realtà sconfortante, di gravità inaudita, di fronte cui il governo e le istituzioni girano la testa dall’altra parte: basti pensare all’esclusione del “bonus psicologico” dalla legge di bilancio. Uno scandalo tra gli scandali di una politica troppo concentrata a far quadrare i bilanci a livello europeo ed internazionale, una politica eccessivamente asservita alle banche ed alle lobby più in generale, per interessarsi ai reali bisogni dei cittadini, lasciati soli, abbandonati troppo spesso a difficoltà economiche che gli impediscono di accedere a quelle cure di cui avrebbero estremo bisogno.
E allora, passi, si fa per dire, che le mascherine siano ancora a pagamento, se pure il prezzo è stato rivisto al ribasso, passi che i tamponi costino ancora troppo, ma che la salute mentale degli adolescenti in primis, ma in assoluto dei cittadini, non venga neanche solo minimamente supportata a livello istituzionale non è accettabile.
Si tratta dell’ennesimo fallimento di una politica riversa solo su se stessa ed asservita a poteri più forti di essa stessa.
Cosa può interessare a questa classe politica che la gente vada sempre più spesso in depressione, senza la possibilità economica per curarsi? Cosa può importare a questa vergognosa classe dirigente se un ragazzino di quattordici anni non ha più voglia di vivere? Tutte domande retoriche di fronte alla vergogna di una politica che dovrebbe rappresentarci e tutto fa fuorché tener conto dei bisogni primari dei cittadini.
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