Pedofilia. Professionista della Torino bene condannato a 20 anni: abusava dei figli. Non sarebbe stato meglio l’ergastolo?
20 Gennaio 2022Pedofilia. L’uomo avrebbe abusato per anni anche dei bambini di una coppia di amici e scambiava i filmati sul dark web
Pedofilia. «Un lupo travestito da agnello»: così gli inquirenti hanno definito questo mostro che si celava dietro l’appartenenza alla società bene di Torino. Un uomo, se così lo si può chiamare, che per anni ha violentato i propri bambini e i figli di una coppia di amici. La condanna definitiva è arrivata ieri mattina: venti anni di reclusione.
Non sono una giurista, né, tanto meno, un’esperta di letteratura forense, mi chiedo, però, e vi chiedo: un essere del genere, cui davvero è impossibile trovare una definizione che renda l’idea delle mostruosità di cui si è reso colpevole, un essere così becero, non andrebbe messo dietro le sbarre di una cella a vita? La mia risposta è decisamente affermativa. Chiuso in un metro quadro e gettata via la chiave.
Non che l’ergastolo dell’aguzzino restituirebbe ai bambini vittime della sua brutale e perversa violenza l’innocenza e la serenità cui ogni minore avrebbe sacrosanto diritto, ma la punizione del “lupo”, come lo hanno descritto gli inquirenti, sarebbe davvero giusta e non, come probabilmente recita il codice penale, quasi una carezzina sul viso del mostro. Forse, alla luce di eventi simili, il codice cui i magistrati fanno riferimento, andrebbe modificato. Cosa sono venti anni di pena di fronte alle vite devastate di bambini che, con ogni probabilità, saranno adulti disturbati, con una psiche segnata a vita?
Pare addirittura che questo soggetto sedasse i piccoli in modo da annientare le loro resistenze per poi costringerli a subire violenze inaudite. Il tutto, davanti a un obiettivo: l’uomo, infatti, filmava le atrocità e poi le scambiava sul dark web.
Cosa sono venti anni di carcere rispetto a tanto orrore? Niente, a mio parere…
“Una bambina non può capire le carezze eccessive di un padre, così come un’adolescente non avrà mai il coraggio di denunciare le brutalità che l’hanno segnata. Ed una donna non potrà mai più fidarsi di un uomo, se il primo della sua lista è stato tanto cattivo da rubarle innocenza e amore”. (Gianfranco Iovino)
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