Mimmo Lucano. Facile gridare all’ingiustizia
2 Ottobre 2021Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace è stato condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi di detenzione. Ma tra i capi d’imputazione non compare l’accoglienza ai migranti che aveva reso il paesino della Locride famoso in tutto il mondo
Mimmo Lucano. L’urlo di solidarietà e il grido all’ingiustizia giunge, netto e forte, da intellettuali, calabresi e non, ma anche da normali cittadini. Tutti, evidentemente non informati sui fatti. “Reato di solidarietà” dicono i promotori. In realtà la condanna a Lucano non ha nulla a che vedere con l’accoglienza ai migranti.
Per la procura, il “modello Riace” nascondeva in realtà un’associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata e peculato, che in concreto consiste nell’utilizzo per altro scopo dei fondi destinati ad un progetto . La condanna è arrivata per i reati contro la pubblica amministrazione, la pubblica fede e il patrimonio. Ovvero associazione per delinquere finalizzata a “commettere un numero indeterminato di delitti”, falso in atto pubblico e in certificato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e peculato.
Da complimentarsi, insomma, con l’esimio ed eroico politico, che anche a me, all’inizio dell’intera vicenda, aveva gettato fumo negli occhi.
E allora, mi chiedo e vi chiedo, c’è peggior reato, per quanto diffusissimo, di quello di utilizzare il proprio ruolo politico per intascare soldi destinati a scopi sociali? E ancora, mi chiedo e vi chiedo, quanto grave è che, non tanto i comuni cittadini, ma i sedicenti intellettuali si pongano in una netta posizione difensiva? A mio avviso è gravissimo, perché, soprattutto per gli intellettuali del caso sarebbe stato quanto meno opportuno che s’informassero sui fatti prima di parlare o scrivere.
Comunque, proviamo a dare un po’ di fiducia alla magistratura, cosa che, mi rendo conto, nel nostro paese è un’impresa. Ma, mentre Lucano se ne va in giro a piede libero e si candida anche alle amministrative, considerato da qualcuno ed anche da chi scrive, “impresentabile”, attendiamo il secondo grado di giudizio e probabilmente poi la Cassazione. Alla fine vedremo da che parte sta la ragione.
“Non esiste peggior sapiente di chi pensa di esserlo senza conoscere ciò di cui parla” (Danila S. Santagata)
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