Torino. Licenziata perché incinta. Anche De Magistris fece mobbing a una donna in gravidanza
27 Ottobre 2021Torino. Impiegata di 37 anni licenziata via mail al settimo mese di gestazione
Torino. Ѐ una brutta storia quella che viene dal Piemonte, un pasticciaccio brutto che viola l’articolo 1 della Costituzione e passa sopra alla parità uomo-donna asfaltandola in modo quanto meno increscioso.
Ѐ la storia di Agnese, liquidata dal suo lavoro d’impiegata, al settimo mese di gravidanza, con una mail del capo: “Buongiorno Agnese, spero di trovarti bene. Ti scrivo per comunicarti che, data l’incertezza di mercato che ancora persiste per la situazione sanitaria ed economica, il tuo contratto in scadenza il 31/10/2021 non verrà rinnovato.”
La donna, in un’intervista per “La vita in diretta”, parla quasi sorridendo del mattone piovutole sulla testa. Probabilmente perché sa bene che, facendo causa, la vincerà senza ombra di dubbio, forse anche perché sa di non essere la sola ad essere mobbizzata e poi mandata via dal proprio posto di lavoro, perché in gravidanza.
Addirittura una collega, qualche anno fa portavoce del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, rimasta incinta, ha subito un tale mobbing da sentirsi costretta a lasciare il lavoro. Lei, che chiamerò Rosanna, non ha denunciato, perché con i politici si sa come vanno le cose, è noto come ben sappiano capovolgere i fatti a proprio vantaggio. Cito un solo esempio, uno statista accusato di questioni ben più gravi: Giulio Andreotti.
Ma torniamo a noi, a Torino, ad Agnese: una vergogna tutta italiana, che evidenzia come questi signori, che danno e tolgono lavoro a proprio piacimento, forse ancora non hanno capito che la gravidanza non è una malattia. Oltre al fatto che anche licenziare una persona in malattia è atto brutale e contro la legge.
Dunque non ne faccio solo e nello specifico una questione di parità uomo-donna. Io vedo Agnese come una persona, colpita duramente da quello che dovrebbe rappresentare un diritto intoccabile, in una fase delicata della propria esistenza. E questo, avendo lavorato per dieci anni in politica, non posso non estenderlo ai signori onorevoli, rispettabilissimi, deputati, senatori, sindaci o quel che sono, che spesso abusano del proprio potere per andare contro il primo documento di cui dovrebbero essere garanti. E mi ripeto, parlo della Costituzione italiana, il cui articolo 1 recita, testuale: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Se solo chi dà e toglie lavoro così facilmente leggesse almeno una volta al mese ciò che i Padri Costituenti scrissero per noi e che è intoccabile, forse non assisteremmo più ad episodi tanto gravemente vergognosi…
“La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verità. La prima l’ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora”.
(Khalil Gibran)
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