Depressione, l’Oms lancia allarme: “è una delle cause principali di disabilità nel mondo”
2 Aprile 2017L’Oms dedica il “World Health Day” alla sensibilizzazione sul tema della depressione. Ne soffrono più di 300 milioni di persone, con un aumento del 18% rispetto al 2005-2015. Circa 800 suicidi in un anno. La depressione costituisce inoltre la seconda causa di morte tra i giovani di età fra 15 e 29 anni
“La depressione è una delle cause principali di cattive condizioni di salute e di disabilità nel mondo”: lo dichiara l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale più di 300 milioni di persone sarebbero depresse, il 18% in più rispetto alle stime riguardanti l’arco di tempo compreso tra il 2005 e il 2015. La mancanza di supporto terapeutico, insieme con il timore di essere giudicati, impedirebbero a molti di ricorrere ai trattamenti necessari, peggiorando le condizioni di salute e di vita dei soggetti colpiti.
Alla depressione l’Organizzazione mondiale della sanità ha dedicato il World Health Day, che si svolgerà il 7 aprile. Lo slogan dell’evento sarà “Depression: let’s talk” , cioè “Depressione: parliamone”: l’obiettivo è quello di fare informazione su un disturbo ancora troppo sottovalutato e spingere le persone che ne soffrono a chiedere aiuto. Ovvero, in due parole, superare il pregiudizio, quello contro cui, in questa sede, combattiamo da anni, con risultati, purtroppo, modesti. Ma sempre meglio che niente
Dati alla mano, la depressione ha causato quasi 800 mila suicidi nel 2015, una percentuale aumentata del 20% negli ultimi 10 anni. Colpisce maggiormente le donne: 5,1% a livello mondiale, mentre gli uomini si fermano al 3,6% e costituisce la seconda causa di morte tra i giovani nell’età fra 15 e 29 anni. Rappresenta, insomma, un problema enorme, a screditare chi, medici compresi, la considerano una sorta di vizio della mente, superabile con la volontà. Magari fosse vero.
Oltre a superare pregiudizi e discriminazioni, il secondo passo, secondo l’Oms, riguarda gli investimenti necessari, affinché tutti possano accedere ai trattamenti. In media, stando alle stime, soltanto il 3% dei fondi destinati alla sanità vengono utilizzati per questo fine.
L’Organizzazione mondiale della sanità parla poi del collegamento tra depressione e altri disturbi e malattie. La patologia, ad esempio, aumenta il rischio di soffrire di diabete e di problemi cardiocircolatori. Produce una perdita di energia e di appetito nella persona colpita e un cambiamento nel ritmo di sonno-veglia, è spesso accompagnata da ansia, ridotta concentrazione, difficoltà nel prendere decisioni, senso di colpa e pensieri autolesionistici.
Altro punto da affrontare necessariamente, la non conoscenza della patologia: i sintomi che l’Oms attribuisce a malattie collegate, sono esattamente quelli della depressione. Questo articolo avrebbe dovuto esser scritto ieri, ma, purtroppo, mi mancava la concentrazione necessaria. Ho trascorso la giornata a vegetare, come spesso succede, sperando che il tempo passasse prima possibile. Eppure, seguo un percorso farmacologico non indifferente da anni e da anni, solo uno continuativamente, una psicoterapia settimanale. Qualcuno potrebbe dire: a cosa servono, allora, le cure, se ci si riduce in stato semivegetativo ugualmente? La mia risposta è che, se non fosse per le cure, a quest’ora non sarei più su questo mondo. Non solo, adesso le crisi vengono sempre meno spesso e durano sempre meno.
Non minimizzare la depressione, ma accettarla e cercare di porvi rimedio: è lo scopo della campagna dell’Oms. “Una migliore comprensione della patologia e di come potrebbe essere trattata è solo l’inizio – spiega il dottor Saxena – Ciò che è necessario è un servizio sanitario che si occupi anche di disturbi mentali accessibile a tutti, anche alle popolazioni più remote del mondo”.
Che dire, ottima iniziativa dall’Oms… Meglio tardi che mai.
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