Coronavirus. E’ passato un anno, 12 mesi da dimenticare
21 Febbraio 2021Covid-19. Ѐ il 1° febbraio del 2020 quando un trentenne ricoverato all’ospedale di Codogno, nel milanese, risulta positivo al test del Coronavirus. Si chiama Mattia Maestri e verrà definito paziente 1. Da allora tutto cambia, in Italia e nel mondo.
Covid-19. Ѐ passato già un anno da quando la pandemia più feroce da cento anni a questa parte ha modificato le nostre vite, le abitudini, il nostro linguaggio. Da allora in Italia è stato un crescendo di ristrettezze, a partire dalle detestate mascherine, passando per la chiusura, via via più rigida, delle nostre vite, dai rapporti interpersonali, alla privazione degli abbracci prima, fino alle strette di mano dopo, sostituite dallo sfiorarsi dei gomiti, per arrivare al lockdown totale. Costretti in casa, dunque, se non per andare a fare la spesa o in farmacia, entrambe le cose affrontando file semi chilometriche come in tempo di guerra. Ma di poco, questo difficile anno, si è differenziato da una guerra, con la differenza che i bombardamenti sono stati sostituiti da bacilli temutissimi.
Abbiamo assistito a morti di massa, a malati che gli ospedali non sapevano più dove mettere, isolati, senza possibilità di vedere i propri cari, perché troppo rischioso. Abbiamo sopportato la sospensione dei funerali, dei matrimoni, delle attività culturali, come cinema e teatri. Abbiamo assistito alla chiusura delle scuole, con una didattica a distanza che ha penalizzato tutti gli studenti, ma soprattutto quelli di famiglie meno abbienti, con wi fi più deboli. Abbiamo visto soffrire ragazzi di ogni livello, che sono stati privati di una fetta di vita, del contatto con i coetanei, dei primi, meravigliosi e innocenti, fidanzamenti.
Abbiamo sofferto del distanziamento sociale, ma soprattutto abbiamo visto soffrire le persone mentalmente più deboli o psichicamente malate, le cui condizioni si sono fortemente aggravate.
Ѐ stato un anno da incubo, questo 2020. E la cosa peggiore è che non sappiamo ancora cosa ci aspetta di qui in avanti. Lunedì sarà emanato il nuovo DPCM, per la prima volta dal presidente Draghi, ma non abbiamo idea delle misure che conterrà.
Ciò che più spaventa è che non sappiamo quando si potrà tornare a una vita normale, quando finiremo di vedere quantità esorbitanti di gente morire e soffrire negli ospedali; ciò che più spaventa è che non sappiamo quando torneremo ad avere contatti sociali senza il terrore di ammalarci; ciò che più terrorizza è che non abbiamo idea di quando torneremo, senza paura, ad abbracciarci…
“Coronavirus. Nella foresta è arrivata la tempesta: le foglie più vecchie cadono e non vedranno più la luce del sole”. (Giuseppe Zuccarini)
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