Una finestra sul mondo, viaggio attraverso il sentire umano
29 Ottobre 2015Questo libro è un pezzo di me, del mio mondo, un po’ come tutto ciò che scrivo, ma qui c’è un qualcosa in più. Purtroppo la malattia e la morte rapidissima di mio padre hanno creato nel mio modo di pensare, di agire, anche di scrivere credo, alcuni cambiamenti irreversibili. Mentre la sensibilità aumentava, insieme con il dolore, si faceva strada dentro di me una forza sovrumana, lo svilupparsi di una capacità di sopportazione che non ritenevo potessi mai trovare.
E’ per questo che “Per sempre”, il primo dei dodici racconti che compongono il libro, è quello cui sono più affezionata. Sono venti pagine in cui ho messo totalmente a nudo me stessa ed il male che mi ha fatto la vicenda improvvisa, quanto rapida, di mio padre. Ho messo nero su bianco tutto l’inferno vissuto, con il timore, che perdura tuttora, di invadere la privacy di mio padre stesso, persona estremamente riservata, quanto dignitosa. Il medico che lo ha seguito negli ultimi giorni di vita ha detto di non aver mai visto tanta dignità in un malato terminale. Mi fa male ancora adesso scriverne, ma spero che il messaggio positivo che “Per sempre” vuole lanciare serva a chi vive esperienze dolorose o meno, comunque forti, perché la protagonista di questo racconto “E’ riuscita ad accettare anche la cosa che la terrorizzava di più. Le manca fisicamente, ma lo tiene dentro e sempre lo terrà. Se qualcosa di così superiore (e quel qualcosa in questo caso è il legame tra un padre e una figlia, che va al di là della vita) nasce, mette radici e cresce, è del tutto inutile tentare di soffocarla. Lei avrà comunque la meglio, per sempre”.
Ci sono, poi, nella raccolta, racconti di pura invenzione, come “Questa donna è di tutti”, che affronta il tema raccapricciante della violenza sulle donne, o “Sofia e il mare”, in cui parlo del rapporto tra due sorelle gemelle, da sempre legatissime, che viene messo a rischio dalla presenza di un uomo nella vita di una delle due, o “Stella di giorno”, in cui affronto il tema della malattia mentale, ancora tanto fumoso addirittura tra i maggiori specialisti in materia. Anche “Senza parole” non ha nulla di autobiografico. E’ un racconto che amo particolarmente, perché parla di eutanasia, ma in modo, credo o, forse, dovrei dire spero, leggero, perché arricchito da un amore straordinario tra sorelle. E poi c’è il tema dell’aborto, che, dominante in “In auto verso Roma”, si affaccia anche in altri racconti: da “Un uomo piccolo piccolo” a “Gli occhi di Viola”. “Una finestra sul mondo”, anch’esso in alcun modo autobiografico, dà il titolo alla raccolta perché è come se tutti i personaggi di queste storie si affacciassero per la prima volta ad una finestra che dà sul mondo, sull’universo interiore umano, sulle meraviglie e gli orrori dell’esistenza, per acquisirne consapevolezza e trovare, quasi sempre, una via d’uscita.
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