E’ sconfinato, l’universo femminile, contorto, per alcuni versi. Quello che raffiguro in questo quadro è uscito naturalmente dalle mie mani: si muovevano da sole. In primo piano, una donna che, guardandosi allo specchio, ha una visione trasfigurata di sé. Credo sia capitato a tutte le persone di sesso femminile, almeno una volta nella vita. Lei, agitata ed impaurita, vede nello specchio una specie di mostro, con lineamenti distorti.
A destra, una donna triste che legge, pagine di un libro in apparenza vuote: nella testa della donna non arriva nulla, tanto sconvolta è dalle sue preoccupazioni…
In basso, poi, una donna in preghiera: esperienza meravigliosa di cui la maggior parte delle donne non parla con alcuno. Sul viso di questa donna, la serenità estatica che, in alcuni casi, solo il contatto con le Divinità, può regalare.
I colori fanno da sfondo quasi banale: il nero come disperazione, contornato da inquietante rosso; il viola e lilla per la tristezza di una persona chiusa in se stessa, con le proprie letture; l’azzurro… credo di non dover spiegare…
Carboncino, gesso, pastello ed acquarello su cartoncino 50 x70.